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Informazioni Isola d'Ischia Cosa fare Per cosa è famosa Ischia?

Per cosa è famosa Ischia? - Isola d'Ischia

Informazioni Isola d'Ischia Cosa fare

Per cosa è famosa Ischia?

Le caratteristiche per le quali l'isola è sulla bocca di tutti

Ischia, sebbene non sia ad oggi la più rinomata dell'arcipelago campano, non ha nulla da invidiare alla blasonata Capri, perché possiede una vasta gamma di qualità geologiche, paesaggistiche e naturalistiche che la stanno rendendo celebre, oltre che, come già da un pò di tempo a questa parte, in Italia e in mezza Europa, anche sul palcoscenico turistico mondiale. A livello culturale è alla stregua di Procida, nominata per il 2022 capitale italiana della cultura. Ma ciò che davvero la rendono preminente, e internazionalmente famosa, sono le terme, caratteristica che ha in esclusiva nel golfo di Napoli. Per questo ed altro è... sulla bocca di tutti!

Di origine vulcanica come le altre flegree, la cosiddetta isola verde riesce a vantare svariate sorgenti idrotermali naturali, ottimizzate nelle piscine, nelle vasche e nelle grotte di tufo degli stabilimenti in parchi e giardini specializzati (i Poseidon sono i più estesi a livello europeo), oppure degli alberghi. L'acqua piovana (alle volte, in alcune zone, leggermente salina per contatto con il mare) incontra nel profondo sottosuolo calde rocce per poi riemergere a temperature comprese in un intervallo che va dai 18 ai 90 gradi Celsius, divenendo pure alcaline e minerali. I benefici sull'organismo sono più che positivi: vengono utilizzate sia clinicamente come terapia per varie patologie, che per il benessere, il relax e la cosmesi.

Le acque ischitane sono celebri, al di fuori dei confini nazionali, specialmente in Germania. I turisti teutonici le utilizzano da decenni per effettuare cicli di cure termali, che, convenzionate con il nostro sistema sanitario, lo erano fino a poco tempo fa anche con quello tedesco. Questa realtà insulare è perciò molto conosciuta soprattutto tra le persone più anziane, ma non da poco il territorio sta emergendo turisticamente anche per altre preziose prerogative che lo contraddistinguono, e che sono state già apprezzate dai frequentatori storici. Si tratta della montagna, del vino e dell'enogastronomia in generale, del paesaggio e delle spiagge.

Il Monte Epomeo, con la sua vetta a 789 metri sul livello del mare, diventa sempre meno erto man mano che ci si avvicina alle pendici e alle colline, fino a lasciare spazio alla pianeggiante cordonatura e alla fascia costiera. Percorsi e sentieri sono di molteplici gradi di difficoltà, dalla piacevole passeggiata al più arduo trekking, attraverso boschi alberati e macchia mediterranea con visioni di soprendenti panorami, profumi di aromi del sottobosco, suoni di gradevoli cinguettii. Non molto spesso, fuggevolmente si può riuscire a vedere un coniglio selvatico. Alle volte, da fenditure nel terreno, fuoriescono vapori fumarolici di falde sotterranee. Sui pendii terrazzati abbondano le campagne dove la coltivazione dei vitigni, tra agli orti, la fa da padrona. Più a valle si distinguono limoneti e uliveti.

Il famoso coniglio all'ischitana non viene sempre preparato, oggi, con l'animale allevato in fossa come avveniva tradizionalmente, ma comunque con gli ingredienti di sempre (olio extravergine, aglio, pomodorini, sale, peperoncino, piperna e maggiorana o basilico, prezzemolo, vino) e, in un tegame di creta, prima rosolato e poi ben cotto. Tra le consuetudini agroalimentari locali anche molti ortaggi e leguminose.

La viticoltura ha da sempre plasmato (essendo a sua volta da queste modellata) la natura e la cultura del luogo. Dopo millenni di esperienza enologica, oggi varie tipologie di vino realizzate sul fertile suolo isolano afferiscono al sistema ufficiale di categorizzazione e protezione delle Indicazioni Geografiche. L'Ischia DOP, con quasi 5000 ettolitri prodotti all'anno, comprende le seguenti: Bianco, Bianco Superiore, Rosso, Spumante, Passito Rosso. L'uvaggio dei bianchi e dello spumante è di Forastera al 45-70%, Biancolella al 30-55%, da soli o con aggiunta di uve di altri vitigni fino a un massimo del 15%. Quello del rosso è di Guarnaccia al 40-50%, Piedirosso (anche detto Per' e Palummo) al 40-50%, anche in questo caso da soli o con aggiunta di altre uve provenienti da vitigni idonei fino a un massimo del 15%. Molti di meno i vinificatori che si dedicano all'Epomeo IGP, che comprende Bianco, Rosso, Rosato, Passito Bianco, Passito Rosso, Novello, con uve comunque di vigneti autoctoni, composti da vitigni a bacca bianca o rossa.

Tra il pescato, a seconda del periodo dell'anno, che viene catturato nei paraggi, si possono annoverare dentici, ricciole, palamiti, lampughe, totani, calamari, polpi, cernie, ricciole, saraghi, frutti di mare e altro. Si può trovare nei mercati comunali, ma è più facilmente distinguibile direttamente sui piccoli pescherecci ormeggiati alle banchine di Ischia Ponte e di Sant'Angelo, antichi borghi di pescatori, da visitare in ogni caso. Con il trascorrere del tempo l'originaria identità è stata molto attenuata dal turismo, ma l'acquisto di ottimo pesce, di buon mattino, è ancora fattibile. Trovandosi in zona, si resterà meravigliati dalle formazioni rocciose che si stagliano sulle due località. Nel primo borgo, anche detto di Celsa, c'è il Castello Aragonese, il posto più fotografato, simbolo ischitano, visitabile anche internamente, eretto su questa superficie che è una via di mezzo tra un'isola e uno scoglio. L'altro isolotto, che demarca il porto santangiolese, davanti alla ormai elitaria piazzetta, è invece allo stato originario, interamente naturale. Cartoline imperdibili entrambe.

Sui 43 chilometri di costa non mancano i litorali sabbiosi, dalla sempre piacevole granulosità (la dimensione dei granelli di sabbia varia dalla fine alla media). Il più lungo è quello della spiaggia dei Maronti, comodamente raggiungibile da terra e da mare con servizio di taxi boat, sia libera che attrezzata. Molto nota anche quella di Citara, nell'omonima baia, perfetta per le famiglie con bambini, separata dalle Pietre Rosse da Cava dell'isola, l'arenile, completamente libero, preferito dai giovani. I grandi scogli nel mezzo, invece che come i più tipici tufi verdi ischitani, hanno assunto una diversa colorazione, probabilmente per una disuguale interazione tra la roccia effusiva e l'acqua. Irrinunciabile, infine, un bagno a Sorgeto: la scomodità dei ciottoli e degli scogli sarà ampiamente compensata dalla possibilità di giovarsi della bollente falda acquifera che sgorga a mare, e consente di immergersi, opportunamente distanti dalla sponda arroventata, alla condizione termica favorita, anche di notte e quando il clima non è mite.

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